Tivantinib, un inibitore di MET, nel trattamento dell’epatocarcinoma


Tivantinib agisce sul pathway specifico di MET e lo candida come trattamento del tumore del polmone non-a-piccole cellule non-squamoso, e per una serie di altri tumori. Tra questi anche il carcinoma epatocellulare ( epatocarcinoma ), una patologia di difficile trattamento perché generalmente correlata ad altre malattie, come la cirrosi epatica, che ne rendono la cura più complessa.

La prognosi dipende da diversi fattori ( dimensione e localizzazione del tumore, presenza di metastasi, funzionalità epatica e salute complessiva del paziente ).
Ad oggi, nei casi più complessi con presenza di meta statizzazione, esiste una sola terapia rappresentata da Sorafenib ( Nexavar ), un inibitore multichinasico orale, unica terapia sistemica approvata per il carcinoma epatocellulare, ma che può risultare intollerabile per alcuni pazienti e per questo viene spesso interrotta.
Oltre a questa terapia non esiste nessun standard di seconda linea approvato.

Tivantinib, inibitore orale di MET, potrebbe rivelarsi una opzione interessante. Il farmaco ha superato uno studio clinico di fase 2, dimostrando che il trattamento con questo come farmaco in monoterapia produce un miglioramento nel tempo di progressione alla malattia del 56%, identificando inoltre una popolazione di pazienti ( quelli che presentano appunto errori nel pathway di MET ) su cui il farmaco è più efficace.

E’ stato disegnato uno studio di fase 3 che prevede l'impiego di Tivantinib in pazienti affetti da epatocarcinoma e che presentano iperespressione del recettore MET. ( Xagena_2012 )

Fonte: ESMO, 2012

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