Sensibilizzatori dell'insulina nel trattamento della steatoepatite non-alcolica


La steatosi epatica non-alcolica ha generalmente un decorso benigno; tuttavia, i pazienti con steatoepatite non-alcolica possono progredire fino a cirrosi e carcinoma epatocellulare. Attualmente, vi è mancanza di accordo sul trattamento ottimale della steatoepatite non-alcolica.

Ricercatori dell’University of Michigan Medical Center ad Ann Arbor negli Stati Uniti, hanno compiuto una revisione di studi con l’obiettivo di valutare l'efficacia dei farmaci insulino-sensibilizzanti nella steatoepatite non-alcolica provata da biopsia.

Sono stati inclusi 9 studi; 5 studi con tiazolidinedioni ( glitazoni ), 3 con Metformina e 1 studio con entrambi i farmaci.

Rispetto ai controlli, i glitazoni hanno apportato un miglioramento nella steatosi ( differenza media pesata WMD=0.57, p=<0.001 ), nel rigonfiamento degli epatociti ( WMD=0.36, p<0.001 ) e nei livelli di transaminasi ALT ( WMD=16.4, p<0.001 ), ma non nell'infiammazione ( p=0.09 ) o nella fibrosi ( p=0.11 ).

Nei pazienti senza diabete mellito, i glitazoni hanno significativamente migliorato tutti i risultati istologici e biochimici, tra cui in modo particolare la fibrosi ( WMD=0.29, p=0.008 ).
La Metformina non è riuscita a migliorare nessun risultato raggruppato.

In conclusione, il trattamento della steatoepatite non-alcolica con glitazoni, ma non con Metformina, ha mostrato un significativo beneficio istologico e biochimico, soprattutto in pazienti senza diabete mellito. Sono necessari ulteriori studi per indagare gli esiti a lungo termine della terapia con glitazone nei pazienti senza diabete. ( Xagena_2010 )

Rakoski MO et al, Aliment Pharmacol Ther 2010; 32: 1211-1221



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