Carcinoma epatocellulare e cirrosi Child-Pugh A: sopravvivenza dopo ablazione con radiofrequenza e trapianto di salvataggio


Nei pazienti con carcinoma epatocellulare entro i criteri di Milano, il trapianto di fegato può essere la migliore opzione terapeutica. Tuttavia, la mancanza di organi porta a tentare la resezione epatica o l'ablazione con radiofrequenza ( RFA ) come trattamento di prima linea per i pazienti con cirrosi Child-Pugh A.

Sono stati riportati i risultati ottenuti tra il 2000 e il 2007 da un unico centro clinico, che hanno coinvolto 67 pazienti ( età media: 57 anni ) eleggibili per trapianto di fegato, che sono stati trattati con ablazione con radiofrequenza seguita da trapianto di fegato nel caso di recidiva o insufficienza epatica.

Sono stati trattati 83 tumori ( dimensione media: 29 mm, 16 forme binodulari ).

L’ablazione con radiofrequenza ha consentito una ablazione completa nel 96% dei noduli.
Non si è verificato nessun decesso.

Nel corso di un follow-up mediano di 48 mesi post-ablazione con radiofrequenza, 38 pazienti hanno sviluppato recidiva, corrispondente a un tasso di recidiva a 5 anni del 58%.
Di questi, 14 pazienti non hanno ricevuto un trapianto, perché non rientravano nei criteri di Milano, 21 sono stati trapiantati e 3 sono stati trattati con ablazione con radiofrequenza dopo aver rifiutato il trapianto di fegato.

La binodularità ( p=0.049 ) è stato l'unico fattore di rischio di recidiva.

Attraverso gli endpoint dello studio, 24 pazienti erano stati sottoposti a trapianto di fegato ( 21 per recidiva di epatocarcinoma e 3 per insufficienza epatica ).

Nessuna recidiva di carcinoma epatocellulare si è verificata dopo il trapianto di fegato.

Tra i 43 pazienti non sottoposti a trapianto, 12 sono deceduti a causa della progressione del cancro e 27 sono sopravvissuti senza tumore vitale rilevabile.

I tassi di probabilità di sopravvivenza globale e libera da tumore a 5 anni sono stati pari, rispettivamente, a 74% e 69%.

In conclusione, l'ablazione con radiofrequenza di prima linea seguita da trapianto epatico permette di ottenere dati di sopravvivenza positivi almeno quanto il trapianto come intervento di prima linea, pur limitando il numero di innesti. ( Xagena_2012 )

N'Kontchou G et al, J Hepatol 2012; 56: 160-166

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